Pubblicato nel 1719, “Robinson Crusoe” ottenne fin dal primo apparire un enorme successo, dovuto oltre che alla moda dei racconti di viaggio, alla scrittura semplice ed elegante e al fascino di un eroe che incarna tutte le virtù della classe media inglese e diventa icona dello sviluppo cosiddetto civile. Nel suo rapporto con il “selvaggio” Venerdì, di cui è padrone e precettore, l’astuto Robinson prefigura così il colonialismo britannico. E la sua solitudine di naufrago si fa scelta, conseguenza inevitabile del dominio, oltre che allegoria della condizione esistenziale dell’uomo.
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