Chi è Mattia Pascal? Un figlio, un fratello, un marito; sono io, sei tu, è il tuo vicino di posto sul treno diretto a Montecarlo. Mattia Pascal siamo noi: uomini moderni in cerca di identità. È come quando ti svegli la mattina: ti alzi dal letto, fai colazione, esci di casa e solo allora cominci a vivere; già, perché solo in quel momento esisti: in mezzo alle persone, nella società. E può capitare che un giorno, improvvisamente, per errore, tutti ti credano morto. E tu lo scopri e dopo un attimo di smarrimento ti senti libero, avverti la vertigine, come se stessi rinascendo. E ci provi: un’altra vita, un nuovo inizio. Ma senza passato, senza una storia cui appartenere, non sei nessuno. Allora ti arrendi, rinunci e torni da dove sei venuto, in fondo come può vivere “un tronco reciso dalle sue radici?” Ma il mondo va avanti anche senza di te, è lui che decide, tu ti limiti a seguire, a nascere, a morire e a nascere una volta ancora. “Il fu Mattia Pascal” segna una svolta nella letteratura italiana d’inizio Novecento. È un’opera rara, tragica e comica al tempo stesso. Segna la comparsa dell’uomo moderno sul palcoscenico del mondo: impossibilitato a fuggire dalle convenzioni e a viverne al di fuori, incapace, un’ultima volta, di vivere senza essere “qualcuno”.
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