I Proscritti narra, con straordinaria potenza letteraria, l’«epopea» dei Freikorps tedeschi nel primo dopoguerra: l’esperienza storica ed esistenziale dei «soldati di ventura» che prestarono le loro armi e la loro ferocia alla guerra civile che segnò l’origine della Repubblica di Weimar, protagonisti prima della crudele repressione in cui furono assassinati Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, poi dei combattimenti senza nome né storia sui confini orientali, nel Baltico e nell’Alta Slesia, infine della lunga vicenda terroristica che culmina con l’assassinio del ministro degli Esteri Walther Rathenau, cui l’autore prese parte attiva. Esso è un documento insostituibile per comprendere la storia europea che precedette e preparò il nazismo. Ma è anche molto di più: è il romanzo, crudelmente sincero, dello sradicamento, della dissoluzione di ogni valore, della crisi che si apre quando un passato si inabissa e l’identità sfidata ricerca, nella trasgressione totale e nella violenza, un nuovo impossibile radicamento.
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