Al crepuscolo del XX secolo, nella città «un tempo nota come Leningrado», l’ex colonnello dell’Armata Rossa Sergej Orlov, eroe dell’Afghanistan, sopravvive a se stesso e ai propri ricordi lavorando per una delle tante ditte di sicurezza private nate in Russia dopo il crollo del comunismo. Una nuova commessa lo porta in Iraq assieme a Peter Jennings, un ufficiale inglese passato ai sovietici alla fine degli anni Settanta. All’apparenza sembra una missione come un’altra, ma le cose prendono subito la piega sbagliata e per i mercenari comincia un lungo viaggio di ritorno in un territorio ostile.
Mercenari post-sovietici, contractors, capiclan mediorientali, predoni in deserti di macerie. Lungo la crepa più avanzata di una frattura epocale, rottami della Guerra Fredda si arroventano alle fiamme di nuovi conflitti. Una fauna di guerrieri indolenziti, orfana dell’ordine, costretta a fuggire attraverso il disordine e la perdita di senso. Alonge scrive come uno Sven Hassel dell’era post-bipolare. è un cantore alla Peckinpah di questo West il cui crepuscolo si allunga ovunque. Da leggere come si mangia… dopo uno sciopero della fame. Attenti a non ingozzarvi.
Wu Ming 1