Vent’anni. È il tempo passato dall’ultimo agguato brigatista. Era il 19 marzo 2002 quando Marco Biagi perse la vita per mano delle Brigate Rosse per la costruzione del Partito comunista combattente: una nuova formazione che aveva ripreso il cammino della lotta armata delle prime Br interrotto nel 1988 con l’uccisione di Roberto Ruffilli. Un lungo attacco allo Stato che la precedente leadership brigatista aveva dichiarato conclusa. Dopo una tregua decennale, la stella a cinque punte si era ripresentata: il 20 maggio 1999 era stato ucciso Massimo D’Antona, anche lui giuslavorista come Biagi. La guerra pareva quindi ricominciata. Ma con l’arresto dei nuovi capi, e una organizzazione praticamente allo sbando per «pentimenti» e delazioni, il sipario sulle Brigate rosse calò nuovamente. E definitivamente. Si concludeva così una storia iniziata all’indomani del nuovo «biennio rosso» – il ’68 studentesco e il ’69 operaio – con la diffusione dei primi volantini nell’autunno del 1970.
In questo libro si ripercorre tutta la parabola della più longeva formazione armata che l’Europa abbia mai conosciuto, dalle origini all’epilogo, diventando lente d’ingrandimento del fenomeno più cruento dell’Italia repubblicana.
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