Con i librai, in prima linea.

Un editore lo sa bene. L’editore sceglie, costruisce e fa conoscere i libri, ma poi, quando i libri escono dal magazzino, sa che la trincea, l’estrema postazione, la torre di guardia sono in libreria.
E il libraio – che ha un nome, un cognome, una faccia, predilezioni e inclinazioni – sta là e governa il meraviglioso ma difficile rapporto con i lettori, che, va da sé, sono anche clienti e decidono con la loro propensione alla lettura il suo destino.
I librai bisogna conoscerli. Non esiste mai abbastanza teoria per contenere la definizione del loro lavoro. E in questi tempi difficili non c’è mai abbastanza interpretazione che possa contenere le difficoltà, le speranze, le idee, la fatica, il vigore imprenditoriale del libraio, quando si batte per la sua impresa.

Qui a Baldini & Castoldi ci siamo detti è tempo di andare a vedere cosa succede in trincea.
Nello spirito nuovo della nostra azienda, che vorremmo fosse premessa di identità, c’è esattamente questo: un rapporto non occasionale con il libraio. Andremo a incontrarli uno per uno, gli indipendenti e i responsabili delle librerie di catena.

Abbiamo visitato alcuni librai milanesi (e ne daremo conto su queste pagine prossimamente) e ora siamo appena tornati da un piccolo ma articolato tour nel Veneto, insieme a Massimo Zenna e Fabio Schiavon di Libromania.
Abbiamo incontrato Paola De Val della Lovat. Ci ha ricevuto nel suo ufficio, ci ha ascoltato e l’abbiamo ascoltata. Ha sfogliato i copertinari e ha riconosciuto la strada che stiamo percorrendo. Non abbiamo parlato solo di numeri, ma di autori, di narrazioni, di copertine, di colori, di lettering. Oltre i vetri dell’ufficio lo spazio immenso e ben organizzato del primo piano della Lovat, con più di 40 mila titoli. Fuori la pianura della marca trevigiana, la strada che si allunga fra campagna e capannoni.
Da lì a San Donà di Piave alla libreria Moderna. Ci aspettano Danilo e Marisa Zanetti e Andrea Leonardi. Danilo è vitale, la sa lunga, e chi non lo starebbe ad ascoltare? Andrea, maglietta a maniche corte e capelli lunghi, è pronto a spostare la conversazione sugli aspetti benefici delle grandi presentazioni con cui il gruppo di librai veneti (Librerie d’autore) uniti da vincolo consortile si è guadagnato presso il pubblico la fama, così ripete Danilo, “di quelli che fanno qualcosa”. Già. Ed è facile capire quanto sia fondamentale per i librai indipendenti stringere alleanze e puntare sulla comunità dei lettori. Ci mostrano un album di foto: scrittori, giornalisti, uomini e donne di spettacolo che hanno riempito palestre e palazzetti dello sport – in nome del libro.
E il giorno dopo tocca a Lavinia, Lorenza e Veronica Manfrotto a ricordarci quanto hanno lavorato per trasformare la bellissima sede di Palazzo Roberti in un luogo che la gente ha voglia di frequentare, per lasciarsi consigliare, per riportare impressioni, per far nucleo intorno al piacere delle storie, alla febbre delle parole, alla viandanza del pensiero. Ci invitano a non trascurare mai le timidezze del lettore medio, a non promettere quando c’è poco da promettere, ci invitano a essere schietti, diretti, come loro hanno imparato ad esserlo, anche quando hanno adottato la strada tecnologica dei social media.
E poi Vicenza da Maria Elena Marchetto e dal grande Alberto Galla. È un piacere misurare come la sua grande e lunga esperienza affiora mentre parla della nostra casa editrice, dei passi falsi e dei colpi messi a segno, e del futuro che ci aspetta. Vede nel nostro copertinario il modellarsi di una via percorribile, più meditata, più uniforme, più convincente. Dalle finestre dell’ufficio si vede un palazzo, la sede di Confindustria Vicenza. “Lì c’è una sala stupenda per i grandi incontri, che si possono fare, dice Alberto Galla, se ben organizzati, con i libri e le persone giuste”. E dunque torna anche qui il tema del rapporto con i lettori-consumatori.
Lettori – anzi microlettori di non più di sette anni in visita fra scaffali e banchi superbamente allestiti – che incontriamo anche alla Libreria Traverso sotto i portici di Corso Palladio. L’accoglienza che ci viene riservata da Valentina, Sara, Giuseppe e Franca è festosa. Si avverte il clima di chi si muove con passione, e soprattutto di chi ama i libri, di chi passa, come passa di mano in mano un cibo, una materia preziosa, il segreto del saper leggere, del perdersi dentro i sentieri delle grandi storie.
Ci raccomandano di non esagerare in ricchezza di materiali illustrativi – quel che conta è cosa c’è dentro un libro, ripete Valentina. Sappiamo che hanno a cuore la qualità. Sappiamo che tengono al bene comune a cui hanno immolato con calviniana leggerezza la loro esistenza. Che lo fanno tuttora con il fremere di un bel sorriso accogliente. In fondo al negozio il nugolo di bambini ascolta in silenzio chi racconta loro cosa succede in un posto come quello, e che un posto come quello non è sacro, e non v’è nulla di intoccabile, che in un posto così comincia l’avventura.