Zara Furio

Da vent’anni ha la fortuna di inseguire in giro per il mondo la scia luminosa della bellezza che nasce dal pallone.
Ha visto dal vivo centinaia e centinaia di partite nei più grandi stadi del mondo ma anche in atolli di verde nei posti più impensabili. Ha seguito tre Mondiali, in Germania, Sudafrica, Brasile. È rimasto estasiato da tante magie, si è commosso davanti ad altrettante storie. E c’è sempre un pallone di mezzo. Le sue storie le trovate sul «Corriere dello Sport», «Repubblica», «Vanity Fair», «Avvenire», «Guerin Sportivo» e «Calciomercato.it». Ha scritto un bel po’ di libri, Bidoni è stato il primo ed è quello a cui è più affezionato perché ha dato inizio a un genere letterario-sportivo. Ha vinto premi prestigiosi, come il Coni-Ussi e il «Beppe Viola». Università e licei lo chiamano spesso a tenere lezioni su quella spettacolare macchina da sogni che è lo sport. Ogni volta lo emoziona sapere che c’è qualcuno che trova belle le storie che racconta. Ha il privilegio di raccontare il calcio anche alla radio, a L’Italia nel pallone di Radio Rai, e alla tivù, in due trasmissioni storiche della Rai, 90° Minuto e la Domenica Sportiva. Anche il solo immaginare di essere lì gli fa battere il cuore più forte. Gli piace pensare che il pallone – nel suo destino di rimbalzi – rifletta la meravigliosa armonia del mondo. Un grande poeta greco, si chiamava Omero e non giocava a calcio, ha scritto una cosa bellissima. «Non c’è gloria più grande per un uomo che mostrare la leggerezza dei suoi piedi.» I piedi ci portano ovunque, se ci assiste la leggerezza. Ma la fantasia arriva prima. Sappiate
che non ha mai smesso di sognarlo, quel gol.


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