Šalamov Varlam

(1907-1982), figlio di un prete ortodosso e di un’insegnante, è arrestato una prima volta nel 1929 e condannato a tre anni di lavori forzati per avere criticato Stalin. Nel 1937 è accusato di «attività trotskiste» e deportato alla Kolyma, nell’estremo Nord russo. Tornato in libertà solo nel 1953, viene riabilitato nel 1957.


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