(1924-1997). I temi della libertà e della solidarietà, dell’avver-sione per ogni forma di violenza e per il razzismo, del rapporto fra l’uomo e il proprio ambiente, emergono dalla ricca produzione di libri per ragazzi che vanno dall’educazione scientifica, a cui Alberto Manzi ha sempre dedicato un interesse speciale, alla narrativa, dai testi scolastici alle raccolte di fiabe. Capace di conciliare il registro della fantasia con un linguaggio aderente alla realtà, la sua narrativa, di cui ricordiamo almeno Grogh, storia di un castoro (1952) e Orzowei (1955).
A tutti noto per la trasmissione televisiva Non è mai troppo tardi, ha fatto della didattica e della comunicazione, in una scuola rivolta soprattutto agli ultimi, il proprio campo di ricerca riuscendo, per primo, a portare una platea televisiva in un’aula scolastica virtuale. Meno noto al grande pubblico il suo impegno, durato per tutta la vita, a fianco delle popolazioni dei «nativi» del Sud America, che E venne il sabato, insieme a Gugù (Gorée 2005), La luna nelle baracche (Salani 1974, Goré 2006), El loco (Salani 1979, Gorée 2006) contribuisce a svelare.
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